Genova – Una doccia fredda, anzi gelata, si è abbattuta su centinaia di bambini. La notizia, che circolava da giorni come una voce preoccupante, ha trovato amare conferme? la U.C. Sampdoria, nell’ambito di un drastico piano di riduzione dei costi, avrebbe deciso di tagliare le sue squadre giovanili “non obbligatorie”, ovvero le categorie Pulcini ed Esordienti. Una scelta dolorosa che spezza i sogni di giovanissimi calciatori che aspiravano a vestire la maglia blucerchiata e che ha scatenato un’ondata di delusione e rabbia tra i tifosi.

La decisione rientra in una più ampia strategia di ridimensionamento del settore giovanile e di contenimento delle spese che sta attraversando il club, come confermato da diverse testate giornalistiche sportive nazionali e locali. La politica di austerity della nuova proprietà non risparmia dunque il vivaio, considerato da sempre  un fondamentale presidio sociale e sportivo sul territorio.

Per i piccoli calciatori delle leve interessate, si tratta di un colpo durissimo. Anni di sacrifici, di allenamenti con la pioggia e con il sole, di partite disputate con l’entusiasmo e la passione che solo i bambini sanno avere, svaniscono di fronte a logiche di bilancio. Il sogno di crescere nell’Academy di Bogliasco, di indossare quella maglia sognata fin dalla culla e di emulare i propri idoli si è infranto contro un muro di necessità economiche.

La delusione non è confinata ai diretti interessati e alle loro famiglie. La notizia ha scosso profondamente l’intera comunità sampdoriana. Sui social network e nei forum dei tifosi, il sentimento predominante è un misto di incredulità e rabbia. “Non si tagliano gli sprechi sulle spalle dei più piccoli”, è il commento più diffuso, un grido di dolore che sottolinea come questa scelta venga percepita come un’ingiustizia e un tradimento dei valori fondanti del club.

Molti tifosi e opinionisti sottolineano come il settore giovanile non dovrebbe essere considerato un costo, bensì un investimento per il futuro. Privarsi delle categorie di base significa non solo precludere a tanti bambini un’opportunità di crescita sportiva e umana in un ambiente professionistico, ma anche impoverire il patrimonio tecnico della società nel lungo periodo.

La drastica misura si inserisce in un contesto di generale incertezza per il futuro del club, che ha recentemente comunicato anche la rinuncia all’iscrizione della prima squadra femminile al campionato di Serie B. Se da un lato la dirigenza parla di “scelte dolorose ma necessarie” per garantire la sostenibilità economica e il consolidamento della Sampdoria, dall’altro la base del tifo risponde con preoccupazione e sconcerto, temendo un progressivo smantellamento che possa allontanare la società dalla sua gente e dalla sua storia.

Mentre si attendono eventuali comunicazioni ufficiali che possano chiarire nel dettaglio il futuro dell’Academy blucerchiata, resta l’amarezza per una decisione che, al di là delle ragioni economiche, lascia un vuoto profondo nel cuore dei più piccoli tifosi della Samp. Quei bambini che, da oggi, vedono il loro sogno blucerchiato un po’ più lontano, un po’ più infranto.

Inutile indorare la pillola con gli accordi traa società, per i piccoli tifosi calciatori la maglia della loro squadra era come “raggiungere la mecca”